Con la quarta puntata che Virginia Villa sul blog Il Caffè Letterario
dedica a La vertigine del caso, passiamo da L’eleganza matta a Vertigini e stravedimenti: «Ci troviamo ora davanti ad una storia più
lunga e complessa per rappresentare al meglio questo cammino che procede
spedito verso la sua ambiziosa meta».
La vertigine del caso – Quarta puntata
Con la quarta puntata, iniziamo il secondo racconto del primo movimento che compone “La vertigine del caso”.
Questa volta, per le vacanze estive,
Mic e Sam hanno scelto una città particolare, caratterizzata da campi,
canali, calli e sottoporteghi: si, è proprio Venezia!
Mic e Sam non sono sole, con loro c’è
la Signora Adriana, conosciuta l’estate scorsa e che, affezionatasi alle
ragazze, ha deciso di intraprendere il viaggio con loro.
“È la prima vacanza che
faccio con i vivi. Ci dice come rivelandoci un segreto, in tono
cospiratorio. Poi guarda le nostre espressioni sconcertate e ridacchia.
Non è la prima in assoluto, eh. Però è la prima da non so più quanto.
Sono anni e anni che io mi sposto solo con mio marito. Anche adesso che
lui non c’è più…”
Il viaggio per Venezia si rivela, però, più lungo del previsto. Passata Padova, poco prima dell’arrivo a destinazione, il treno interrompe la sua corsa a causa di un problema riguardante un altro treno, “Una locomotiva a vapore d’inizio Novecento.”
“Siamo qui da più di
un’ora, per colpa di quella locomotiva là davanti, e stiamo cercando di
sapere cosa succede. Le notizie che ci danno sono vaghe. Parlano di un
guasto sull’altra linea, però ignoriamo perché il traffico sia stato
bloccato su entrambi i binari.”
Le cinque pagine che seguono narrano le discussioni e i malintesi che nascono tra viaggiatori e controllori ogni qual volta si verifica un ritardo o un problema che ostacola il normale proseguimento del viaggio. Per chi è pendolare come me riconoscerà le storie narrate da Vanessa Chizzini e le sentirà proprie, come appartenenti alla propria quotidianità e questo fa sì che scatti quel meccanismo magico per il quale anche tu diventi un personaggio del libro, semplicemente perché anche tu hai già vissuto quella situazione e comprendi le reazioni dei personaggi.
Ma è qualcos’altro che attira la mia
attenzione in questo libro: le riflessioni di Mic. “La vertigine del
caso” è piena di riflessioni e pensieri di Mic (che, come avrete capito,
è il mio personaggio preferito) ed anche in questo capitolo ne vediamo
alcuni.
“Questo treno piantato qui,
mentre i passeggeri e macchinisti se ne sono andati, mi fa
inevitabilmente pensare al Novecento. Il Novecento è il secolo in qui
abbiamo abbandonato i nostri ideali. Qualcosa scappando dal treno ce lo
siamo portato dietro, un libro, una giacca, un quaderno, ma più come
rimpianto e ricordo che come uno strumento da usare ancora nella vita.
Più come un’alzata di spalle che come uno sguardo all’orizzonte ancora
capace di orientare l’agire.
Mi vengono in mente due cose contemporaneamente, ma non è del Novecento che parlo.
«Chissà dov’è andato Ettore» dico.
«Ettore chi?» chiede la Signora Adriana girandosi verso di me.
«Ettore Majorana. Se lo ricorda?»
«Chissà dov’è andato Ettore» dico.
«Ettore chi?» chiede la Signora Adriana girandosi verso di me.
«Ettore Majorana. Se lo ricorda?»
Non a caso a Mic è venuta in mente la figura di Ettore Majorana. Come
viene detto più avanti nel capitolo, il fisico catanese rappresenta in
qualche modo il nostro bisogno di cambiare, di fare esperienze diverse,
di essere differenti da come gli altri ci considerano e da come noi
stessi siamo abituati a pensarci.
Abbiamo poi un dialogo tra Mic e la Signora Adriana che mi ha affascinata molto, un discorso quasi filosofico:
“È l’illusione della fuga come soluzione, la famosa seconda possibilità, quella da non fallire più.”
“No, forse è qualcosa di più di un’illusione” interviene la Signora Adriana. “In fondo, le seconde volte dovrebbero portare con sé maggiore consapevolezza. Sparire lasciandoci tutto alle spalle per riapparire altrove con un altro nome e un’altra storia è la grande opportunità di mettere a frutto tutto ciò che noi abbiamo finalmente capito.”
“No, forse è qualcosa di più di un’illusione” interviene la Signora Adriana. “In fondo, le seconde volte dovrebbero portare con sé maggiore consapevolezza. Sparire lasciandoci tutto alle spalle per riapparire altrove con un altro nome e un’altra storia è la grande opportunità di mettere a frutto tutto ciò che noi abbiamo finalmente capito.”
Nel prossimo capitolo ci addentreremo nelle strade di Venezia insieme a
Sam, Mic e la Signora Adriana e ritroveremo le cabine spalma-crema, ma
in uno scenario nuovo, completamente diverso.
Venezia si rivelerà una città affine a
Mic, si verrà a creare una sorta di parallelismo tra le due, un
parallelismo basato su un’anima estremamente complessa.
Abbiamo iniziato oggi, “Vertigini e stravedimenti” il secondo racconto di un progetto letterario molto interessante e affascinante, iniziato col racconto precedente “L’eleganza matta”.
Ci troviamo ora davanti ad una storia più lunga e complessa per
rappresentare al meglio questo cammino che procede spedito verso la sua
ambiziosa meta.
Come sempre vi segnalo il sito di Vanessa Chizzini e la pagina Facebook de “La vertigine del caso”:
Sito: http://vanessachizzini.blogspot.it/
Pagina Facebook: https://www.facebook.com/lavertiginedelcaso/
Pagina Facebook: https://www.facebook.com/lavertiginedelcaso/
Se volete acquistare il libro cartaceo potete farlo al link: https://www.amazon.it/vertigine-del-caso-Vanessa-Chizzini/dp/8892598767
In alternativa potete acquistare i singoli racconti in formato ebook ai seguenti link:
– L’eleganza matta: https://www.amazon.it/dp/B00DJFZ58U/
– Vertigini e stravedimenti: https://www.amazon.it/dp/B00PTX5QY8/
– Questo nostro mondominio: https://www.amazon.it/dp/B071YT647L
Ci vediamo la prossima settimana con la quinta puntata de “La vertigine del caso”.
Buona lettura!