«Una lettura brillante e
appassionata, che mi ha coinvolto e sorpreso»: il parere di Carla De
Felice di Una banda di cefali su “La vertigine del caso”, seguita da
quattro chiacchere con me.
Qui di seguito recensione e intervista, con il relativo link.
Qui di seguito recensione e intervista, con il relativo link.
Spesso, sentendo parlare di
self-publishing, si tende a partire un po’ prevenuti, associando questa
forma di pubblicazione ad un prodotto minore. Non è questo il caso di La vertigine del caso
della milanese Vanessa Chizzini, un esperimento letterario insolito e
originale pubblicato dall’autrice tramite il servizio di Amazon
Publishing. Il volume è composto da due parti: L’eleganza matta e Vertigini e stravedimenti e
fa parte di un progetto ancora in evoluzione. I protagonisti sono Mic e
Sam, amici da una vita, uniti da caratteri totalmente opposti: lei
sognatrice, lui più concreto. Li seguiamo durante un fine settimana a
mare nel primo racconto, tra i canali di Venezia nel secondo. In L’Eleganza Matta (il
primo dei due) conoscono la signora Adriana, una vedova all’apparenza
un po’ invadente ma assolutamente adorabile, che li accompagnerà nel
weekend a Venezia di Vertigini e Stravedimenti. La storia è all’apparenza semplice ma estremamente profonda e nasconde un messaggio importante: dare valore alle piccole cose, proprio perché spesso la poesia si nasconde nei dettagli più insospettabili.
Basti pensare che il leit-motiv delle due storie è la rivoluzionaria
invenzione di un islandese: le cabine spalma-crema (si avete letto bene)
che, come suggerisce il nome, servono proprio ad aiutare i bagnanti in
questo arduo compito. Dopo le prime paure iniziali, anche questi strambi
oggetti diventeranno lo spunto per una serie di riflessioni sulla vita e
sul futuro.
“È il mio turno. La luce è verde,
appoggio il braccialetto alla cabina, la porta si apre. Entro, mi
posiziono al centro, chiudo gli occhi. Le spazzole mi avvolgono soavi.
Per alcuni istanti il corpo è racchiuso nella loro carezza oleosa. E non
esiste nient’altro. La tensione respirata prima in coda svanisce,
svaniscono i misteri trasformati in curiosità. Svanisce ogni cosa. È un
soffio, un tempo scandito da pochi respiri, un attimo di sospensione in
cui gli sguardi degli altri non esistono più.
Si entra accompagnati dalla confusione del momento, frastornati dalle voci e dai volti, e si esce ripuliti da tutto.
Esci dalle cabine e per un attimo sei di nuovo tu al cento per cento.“
Una lettura brillante e appassionata, che mi ha coinvolto e sorpreso
così tanto, che ho deciso di parlarne direttamente con la simpaticissima
Vanessa.
Ciao Vanessa e benvenuta su una
banda di cefali. Negli ultimi anni, i fenomeni di autoproduzione e
self-publishing sono sempre più diffusi nella letteratura (e nel
fumetto). Mentre l’autoproduzione nel fumetto meriterebbe un discorso a
parte, nella letteratura spesso il self-publishing porta con sé una
serie di domande e pregiudizi sulla qualità del lavoro in questione.
Queste domande non riguardano affatto il tuo libro, allora mi chiedevo:
come mai hai preso questa decisione di auto pubblicare il tuo romanzo su
Amazon? Quali sono i maggiori problemi che hai riscontrato per
presentare il libro ai lettori?
Nel mio caso l’autoproduzione è prima di
tutto frutto di vent’anni di lavoro nell’editoria e perciò di una serie
di competenze e consapevolezze su cosa significhi, a vari livelli,
“fare un libro” (ho anche avuto una piccola casa editrice specializzata
in cinema e teatro, Il principe costante Edizioni, una di quelle
minuscole realtà in cui ci si occupa in prima persona di tutto). So ad
esempio che un libro, anche quando è un’autoproduzione, non lo si fa mai
da soli (o meglio, non si dovrebbe mai farlo da soli), perché serve
sempre uno sguardo esterno, una figura che legga con cognizione di causa
e metta in evidenza eventuali criticità (che siano lessicali,
sintattiche, strutturali…). Inoltre, il mio è un progetto articolato, un
lavoro in progress che non si esaurisce in un unico volume: questo è il
primo movimento, a sua volta composto da un lato A (L’eleganza matta) e un lato B (Vertigini e stravedimenti)
che sono stati pubblicati inizialmente in ebook (i due racconti si
trovano ancora disponibili singolarmente in formato digitale, mentre
alla versione cartacea è affidato il movimento nella sua interezza).
L’indipendenza mi consente di avere piena autonomia nello sviluppo del
progetto, da tutti i punti di vista, compresi i tempi di scrittura e le
lunghezze dei testi.
Dopodiché, come dicevi tu,
l’autoproduzione fa ancora storcere il naso a molti, anche se questo ai
musicisti (tanto per fare un esempio) non succede. Penso a esperienze
eclatanti come l’album d’esordio di Prince o tutta la carriera di Ani Di
Franco che si è svolta nel segno della totale indipendenza. Ogni caso,
come sempre, dovrebbe far storia a sé e i lettori hanno tutti i mezzi
(quarta di copertina, anteprime, notizie reperibili online) per valutare
se quanto si trovano davanti agli occhi meriti o meno la loro
attenzione… Sicuramente, anche pensando all’enorme quantità di libri che
vengono pubblicati, ci vuole uno spirito da pionieri, molta curiosità,
una gran voglia di andare alla ricerca, soprattutto di qualcosa di nuovo
e di diverso. Ma ecco, se si è in cerca di qualcosa che sconfini da
generi e formule preconfezionate, non si può prescindere dall’essere un
po’ pionieri e anticonformisti.
La tua vertigine del caso è la raccolta di due racconti (L’eleganza matta e Vertigini e stravedimenti)
che però hanno gli stessi tre protagonisti: Mic, Sam e le cabine spalma
crema. Queste cabine che “si impregnano di crema solare e la spalmano
sul corpo delle persone che entrano” sono un’idea a dir poco
rivoluzionaria. Puoi raccontarci qualcosa di più su questi affascinanti e
misteriosi oggetti: esistono davvero? E perché nessuno ci aveva mai
pensato prima?
L’idea delle cabine spalma-crema è nata così come viene raccontata
nel libro (anche se in quel caso l’inventore viene dall’Islanda…):
portando a lavare la macchina in un autolavaggio, rimanendo a guardarla
mentre passa attraverso le spazzole, e ripensandoci pochi giorni dopo al
momento di mettersi la crema solare prima di prendere il sole. Perché
mettersi la crema solare è necessario ma anche piuttosto noioso. Quanto
sarebbe più divertente, appagante, interessante passare a nostra volta
attraverso delle morbide spazzole che ci avvolgono, spalmandoci addosso
la crema e allo stesso tempo accarezzandoci e massaggiandoci?
Da invenzione letteraria, le cabine spalma-crema sono diventate anche
un’invenzione industriale regolarmente brevettata. A questa seconda
storia che travalicil libro e approda nella realtà manca per ora il
lieto fine, che significherebbe trovare qualcuno intenzionato a metterle
in produzione e a renderle un oggetto fisico in cui entrare e non solo
qualcosa da immaginare. Nonostante l’entusiasmo che le cabine suscitano
in chi legge il libro,riuscirci non è facilissimo, anche perché si
tratta di un ambito professionale ben diverso dal mio. Dici che potremmo
provare a fare un appello tramite Una banda di cefali? Imprenditori
creativi, un po’ folli e possibilmente cefali, le cabine spalma-crema
stanno aspettando voi per arrivare sulle spiagge e ai bordi delle
piscine dove allietare adulti e bambini!
I personaggi del tuo romanzo
sono persone “normali”, autentiche e questo li rende simpaticissimi agli
occhi del lettore. Suscitano una forte empatia per quello che dicono,
fanno, pensano. Allora mi chiedevo: chi ti ha ispirato nella loro
creazione? (io ho un debole per la signora Adriana, confesso, la trovo a
dir poco adorabile).
Non credo che potrei indicare una sola ispirazione per ciascuno dei
personaggi. Mic mi assomiglia molto, anche se questo libro non è certo
autobiografico (Mic entra nelle cabine spalma-crema e nuota nei canali
di Venezia: io non ho ancora avuto occasione di fare nessuna delle due
cose…) e non c’è una coincidenza totale tra me e il personaggio. Sam è
un mix di persone vitali e socievoli che conosco e ho conosciuto nel
corso della vita. La signora Adriana (che in effetti ha parecchi fan!)
deve molto a una mia parente. Ma naturalmente in tutto c’è una forte
componente di reinvenzione, che è la chiave di collegamento fondamentale
tra la realtà e l’arte.
L’eleganza matta si svolge durante un weekend al mare, Vertigini e stravedimenti in un weekend a Venezia. Quando arriverà il prossimo movimento e dove si svolgerà? Puoi svelarci qualcosa?
Si svolgerà a Milano. Il primo racconto dei due che comporranno il
secondo movimento sarà ambientato in una casa di ringhiera del quartiere
Casoretto, nel corso di un unico pomeriggio d’aprile. Ci saranno
ovviamente Mic e Sam, ci sarà la signora Adriana e faranno la loro
comparsa diversi altri personaggi. Il racconto uscirà in ebook nel
maggio 2017 e si intitolerà Questo nostro mondominio.
È l’ultima domanda, quindi
concedimi anche un lieve sconfinamento nel filosofeggiante marzulliano:
Vanessa Chizzini quanto crede alla vertigine del caso?
Stavo cercando la giusta concentrazione per rispondere degnamente a
una domanda di tale portata, quando, accostando il mio nome al titolo,
mi si è rivelata una cosa che non avevo ancora realizzato: Vanessa
Chizzini, Vertigine Caso. Il mio nome e il titolo del mio progetto hanno
le stesse iniziali! Come potrei non credere alla vertigine del caso?
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