domenica 29 giugno 2014

La carta e il computer

Pochi giorni fa è andato all’asta il manoscritto di Like a Rolling Stone di Bob Dylan, vergato a mano e a matita su quattro fogli. Il testo della canzone ha correzioni segnate a lato o sopra le singole parole e ci sono schizzi di disegni. È affascinante seguire l’affinarsi di una composizione entrata nella storia del rock e guardare le scelte fatte a suo tempo da Dylan.
Non so se oggi ci sia qualcuno che scriva interamente al computer. Gli studiosi lamentano che in epoche sempre più digitali le varie tappe tendano a coincidere con l’arrivo: un unico file finale che non tiene traccia dell’intero percorso.
Per me la nascita di un’idea è sempre su carta. Su fogli sparsi che accumulo sulla scrivania, fino al punto in cui mi pare di riconoscere una coerenza e un legame e cerco un ordine.
L’ordine è la riscrittura al computer, che si contrappone al magma rappresentato dalla scrittura frettolosa su carta.
La riscrittura al computer è il momento in cui l’idea deve dimostrare di avere consistenza. Una consistenza ancora fragile, che dovrà superare svariate stampe su carta e inserti di appunti sempre presi a mano su fogli di diverse dimensioni. È quando i fogli si assottigliano fino a scomparire che il processo di scrittura si avvia alla conclusione.
In realtà la primissima versione, ancora acerba, de L’eleganza matta è stata scritta non su fogli volanti, ma su tre quadernetti. L’ho iniziata in vacanza, non avevo fogli con me né un posto dove accumularli serenamente, e così ho scelto un piccolo quaderno formato A6 e una penna a inchiostro liquido di colore verde.
Il manoscritto di Like a Rolling Stone è stato venduto a 1,7 milioni di dollari.
D’accordo, si tratta di una delle pietre miliari della musica rock e di Bob Dylan, ma io i quadernetti li tengo da parte. Non si sa mai...
Particolare del manoscritto di Like a Rolling Stone di Bob Dylan

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