lunedì 7 settembre 2015

Il valzer dello Stravedimento


Il valzer dello Stravedimento, arrangiato ed eseguito da Valeria Ravera a partire dallomonima canzone, il cui testo è contenuto in Vertigini e stravedimenti.


Sono le undici passate e con Sam e la signora Adriana salgo sul vaporetto che risale il Canal Grande fino al Ponte degli Scalzi. Approfittando della sera d’agosto, ci sediamo fuori.
«Anche questa è Venezia, Mic» mi dice la signora Adriana avvolgendosi un foulard intorno al collo. «A lei piacciono le calli deserte, gli angoli nascosti, i campi silenziosi, come se fosse quella la Venezia più vera, ma guardi il Canal Grande di notte, guardi com’è placido e maestoso. Per farle godere il momento, io e Sam promettiamo di non fare rumore, eh» conclude lei mentre Sam sospira.
Il vaporetto procede, lento, imbarcadero dopo imbarcadero, di sponda in sponda, ora a destra e ora a sinistra, le luci tremolanti e sfocate che in attimo diventano vivide e ferme.
«È come un valzer» esclamo girandomi verso di loro.
È il Valzer dello Stravedimento e noi lo balliamo insieme.

mercoledì 2 settembre 2015

Desideri

«Esiste una lingua comune, un esperanto delle esperienze e delle speranze che le metta in comunicazione senza zittire nessun impulso, arrivando ad armonizzare gli opposti e a contenere l’esistente come dentro una palla di vetro?»
(da L’eleganza matta)


giovedì 27 agosto 2015

Stravedimento (versione tastiera-chitarra-voce)

La seconda versione di Stravedimento, con Alessandro Arbuzzi (chitarra e voce).
(Il testo della canzone è contenuto nel libro Vertigini e stravedimenti.)


sabato 22 agosto 2015

L’estate di Mic

Così strano che ci sia una piscina scavata nelle colline, in una sera assolata d’estate, e io a bordo vasca su una sedia con un libro in mano e un occhio sulle colline, e non nell’azzurro della piscina. Così strano che mi sento qualcun altro, uno straniero che non conosce la lingua e si rifugia nel colore cangiante del paesaggio, nella rassicurante familiarità delle parole impresse sulla carta, nel silenzio di questa sera assolata, come se fosse qui a dipingere un quadro, e nel quadro ci sono io, il piede fasciato che non può entrare in acqua, il corpo che tende verso la piscina, il libro che come una mongolfiera mi solleva verso l’alto e mi tiene sulla sedia, in equilibrio tra il desiderio di tuffarmi e il piacere di stare qui, tra questi colori e i moti ondosi della terra, un tocco leggero di tristezza pastello, una pennellata pastosa di materica serenità.

 

giovedì 21 maggio 2015

Stravedimento (la canzone)

In Vertigini e stravedimenti una locomotiva a vapore d’inizio Novecento percorre la pianura padana. Sulla carrozza di questo vecchio treno tornato in uso per il progetto di un festival, viaggiano sei artisti: uno scrittore, una poetessa, un’attrice, un cantautore, un fotografo e una pittrice. Il cantautore scrive il testo di una canzone intitolato Stravedimento.
Da questo testo è nata nella realtà una canzone vera e propria, di cui quella presentata nel video è la versione “da osteria”, una primissima prova registrata alla buona una sera di febbraio negli spazi dell’Arci Martiri di Turro, a Milano.
Oltre alle mie parole, ci sono la musica e la voce di Alessandro Arbuzzi.


venerdì 6 febbraio 2015

Ettore Majorana

In Vertigini e stravedimenti ci sono Mic, Sam, la signora Adriana, Venezia, una locomotiva d’epoca, sei artisti in viaggio su quella locomotiva, e c’è anche lui... Ettore Majorana, fisico catanese, scomparso nel nulla a trentun anni nel marzo 1938... Vertigini e stravedimenti è ambientato nell’oggi, ma c’è anche Majorana.


«Cammino per Venezia e penso a Ettore Majorana.
Del resto una scomparsa è un eterno presente. Ti sfili dalla vita senza rinunciare alla vita. È il corpo che si nega, che si fa evanescente e perciò in qualche modo immortale, presenza in spirito, presente che risucchia in sé il futuro, inghiottendolo e negandolo, uno strappo che non mette la parola fine.
È un gioco di prestigio che crea stupore e lascia attoniti, un illusionismo di cui si vorrebbe scoprire il trucco.
È una moltiplicazione di sé. Non sei più dove dovresti essere e dunque puoi essere ovunque. Chiunque ti può vedere, soprattutto chiunque può credere di averti visto e chiunque può avanzare ipotesi. Succede così che sei contemporaneamente in un convento dell’Italia meridionale, al servizio della Germania nazista, a rifarti una vita in America Latina. Sei fuggito per metterti al riparo dalla potenza delle tue scoperte e dalla vita, ti sei ritirato in disparte per assecondare il tuo carattere introverso o per condurre un’esistenza che pensavi amici e parenti non avrebbero capito o approvato, sei scappato perché sentivi che le circostanze ti avevano ormai messo in trappola confinandoti in una consuetudine che non ti si confaceva, ti sei buttato in mare, incapace di proseguire o di ricominciare.
Acquisisci un’altra dimensione, diventi speranza, suggestione, mitomania, identificazione. Mistero.»


«Non so cosa ci sia che mi affascina così tanto in questa scomparsa. Magari il fatto che Ettore Majorana era un fisico e la fisica per me è sempre stata la scienza del mistero per antonomasia.
Non so, ma una scomparsa si tramuta in fantasia.
Altre vite tutte da immaginare.
Le loro e le nostre.»
(Vanessa Chizzini, Vertigini e stravedimenti, disponibile in ebook sui principali store online)