mercoledì 3 ottobre 2018

La vertigine del caso e il barchino veneziano #2


«Lido» ripete lei mentre si guarda intorno impaziente. «Scusi, signore» dice all’improvviso rivolgendosi al canale. Io e Sam giriamo la testa verso destra e a pochissima distanza da noi vediamo un barchino arancione in procinto di partire. «Mi scusi, sarebbe così gentile da farci salire e seguire quel vaporetto?» domanda la signora Adriana all’uomo che è a bordo.
È impazzita? Cosa diamine le salta in mente?
«Gavè desmentegà calcossa in batèo?» chiede l’uomo che ha un paio di occhiali da sole a specchio, una canotta bianca, dei bermuda verde militare e i capelli ricci e grigi.
«No. Non abbiamo dimenticato niente. Abbiamo visto dei nostri amici e vorremmo raggiungerli» spiega la signora Adriana. Dalla faccia che fa l’uomo del barchino è subito chiaro che, per nostra fortuna, ha sbagliato risposta.
«Ciamai al teèfono» ribatte lui.
«Ma noi gli vogliamo fare una sorpresa!»
«Ciò, ’na sorpresa...» dice lui con il tono di chi lascia sottintendere chissà cosa.
«Ha presente i segni del destino?» gli domanda la signora Adriana. «Perché sa, questo di averli incontrati così è un segno del destino.»
«Se xe destin ve trovarè...»
«Oh, via, bisogna sempre favorire il destino, sono sicura che lo sa meglio di me» continua la signora Adriana senza farsi scoraggiare.
«Eh, favorir, brava... Che dopo no i me diga che se gavemo messo d’acordo. Mi me fasso i fati mii.»
«Non venga a raccontare questa storia a me» protesta la signora Adriana. «Mi son triestina, sa. E non ho mai conosciuto un veneto che si facesse i fatti suoi!» esclama con veemenza. «Neanche uno. Fate solo finta. E non sarebbe ora di smetterla?»
Sam mi guarda e mi fa un gran sorriso, che immagino sia d’orgoglio per la tempra e la sfrontatezza della signora Adriana.
«Siora, no vorà miga sercar rogne?» chiede bruscamente l’uomo. «Se el Veneto no ghe piase, ela pol andar via quando che vol. Qua vivaremo ben lo stesso anca senza de ela.» Lancia uno sguardo eloquente anche a me e Sam, ci manda a quel paese con un gesto della mano, poi gira la testa e se ne va.
LA VERTIGINE DEL CASO/Vertigini e stravedimenti
(Foto e barchino di Camillo Valle)

LA VERTIGINE DEL CASO è un progetto letterario composto da diversi movimenti. Il primo movimento è costituito da “L’eleganza matta” e da “Vertigini e stravedimenti”. È disponibile in edizione cartacea, mentre i due racconti sono disponibili separatamente in ebook sui principali store online.
“Questo nostro mondominio” è il lato A del secondo movimento ed è a sua volta disponibile in ebook.

La vertigine del caso • Primo movimento (edizione cartacea): www.amazon.it/dp/8892598767
L’eleganza matta (ebook): https://www.amazon.it/Leleganza-matta-Vanessa-Chizzini-ebook/dp/B07BDMSTVR (e sui principali store online)
Vertigini e stravedimenti (ebook): https://www.amazon.it/Vertigini-stravedimenti-Vanessa-Chizzini-ebook/dp/B07BDN2D4X (e sui principali store online)
Questo nostro mondominio (ebook): https://www.amazon.it/Questo-nostro-mondominio-Vanessa-Chizzini-ebook/dp/B07BDMLZ55 (e sui principali store online)

https://vanessachizzini.blogspot.it/
https://www.amazon.it/Vanessa-Chizzini/e/B071FZ2JJP

Stravedimento: https://www.youtube.com/watch?v=BMhR_0Erdn4
Il valzer dello Stravedimento: https://www.youtube.com/watch?v=-rOYU43_FNA

#lavertiginedelcaso #questonostromondominio #vertiginiestravedimenti #leleganzamatta #cabinespalmacrema #venezia #mare #estate #milano #casadiringhera #stravedimento #barchino

mercoledì 19 settembre 2018

La vertigine del caso e il barchino veneziano #1


«Venezia è il tavolino di un bar a un passo dal canale, Sam che cerca notizie su un treno d’epoca abbandonato in mezzo alla campagna senza più nessuno a bordo, la signora Adriana che si appoggia allo schienale della sedia con la testa all’indietro a prendere il sole, e io che allungo le gambe e vedo ogni cosa, la corrente dell’acqua in una coppetta di gelato che forse un bambino ha lasciato cadere, i vestiti stesi ad asciugare davanti a una facciata color ocra scrostata dall’umidità e dal tempo, il barchino azzurro di qualcuno che va veloce, forse scappa tra i canali stretti verso il mare aperto e un’altra vita, io che da qua vedo tutto e ho la sensazione di poter dire in qualunque momento: “Un attimo” e ogni cosa si bloccherebbe esattamente dov’è in quell’istante, perché Venezia è questo: Venezia è un fermo immagine della vita che va.»
LA VERTIGINE DEL CASO/Vertigini e stravedimenti
(Foto e barchino di Camillo Valdez)

LA VERTIGINE DEL CASO è un progetto letterario composto da diversi movimenti. Il primo movimento è costituito da “L’eleganza matta” e da “Vertigini e stravedimenti”. È disponibile in edizione cartacea, mentre i due racconti sono disponibili separatamente in ebook sui principali store online.
“Questo nostro mondominio” è il lato A del secondo movimento ed è a sua volta disponibile in ebook.

La vertigine del caso • Primo movimento (edizione cartacea): www.amazon.it/dp/8892598767
L’eleganza matta (ebook): https://www.amazon.it/Leleganza-matta-Vanessa-Chizzini-ebook/dp/B07BDMSTVR (e sui principali store online)
Vertigini e stravedimenti (ebook): https://www.amazon.it/Vertigini-stravedimenti-Vanessa-Chizzini-ebook/dp/B07BDN2D4X (e sui principali store online)
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lunedì 4 giugno 2018

Venezia e gli stravedimenti




«Nuoto, alzo la testa e vedo Venezia. Vedo i canali, le calli, i campi, le fondamente, vedo le persone che camminano, che salgono e scendono dai ponti, che si fermano a guardarsi intorno. Mi accosto come farei al bordo della piscina, salgo i gradini degli approdi come se fossero scalette. Mi siedo sul bordo, con le gambe penzoloni verso l’acqua. Mi sento in quella strana terra di confine dove si è dentro eppure si rimane fuori. Guardo l’acqua, seguo un pensiero che prima affiora e poi sprofonda, e mi viene voglia di seguirlo, di scoprire dove mi porterà. Mi lascio cadere giù. Attraverso il canale, risalgo dall’altra parte, mi inoltro in un tratto di strada allontanandomi dall’acqua. Potrei leggere i cartelli che indicano i monumenti per verificare dove sono, ma non lo faccio. In fondo ho tredici anni. Vedo con la coda dell’occhio un canale minuscolo alla mia sinistra, mi infilo nella calle che è così stretta da assomigliare a una grotta, raggiungo il canale e mi tuffo. Mi esibisco in un tuffo vero, di testa, e faccio finta di essere uno dei nuotatori che poco più in là stanno partecipando alla gara, quelli che controllano i cronometri e fendono l’acqua come se la stessero picchiando. Spingo come immagino si faccia in una competizione. Dopo poche bracciate mi aggrappo a un palo a prendere fiato e decido di tornare a riva scalando il pontile. Faccio un po’ di fatica, la tecnica non è impeccabile, ma riesco comunque a raggiungere la cima. Mi siedo nuovamente con le gambe penzoloni e scorgo un altro pontile laggiù, dove il canale fa una curva davanti a un cancello di ferro nero che non nasconde del tutto gli alberi e il cortile che racchiude. Mi rituffo, nuoto, arrivo al pontile, mi arrampico.
Mi muovo in una prospettiva fatta di saliscendi. Nuoto in quest’acqua che poco più in là diventa mare aperto e mi sembra di essere in montagna. Lo stravedimento è un passo dell’andare, quando vediamo le montagne dentro il mare. Mi arrampico sui pontili per tornare a riva, salgo gli scalini degli attracchi, alzo continuamente gli occhi verso l’alto. Rimango in piedi sulla riva di un canale, le punte delle dita che sporgono verso l’acqua. Mi basterebbe mezzo passo per lanciarmi di nuovo giù. Rimango qui in piedi e stavolta guardo in basso, dove dovrei vedere l’acqua scura e maleodorante dei canali veneziani. Invece sono in montagna e vedo un ruscello limpido che si fa strada tra i sassi bianchi. Poco più in là c’è un ponticello, uno dei tipici ponticelli di montagna, e mi dirigo in quella direzione, mi affaccio a guardare di nuovo in basso, come se fossi in bilico a un soffio da un crepaccio e potessi distinguere le gioie affacciate sull’ignoto e i dolori che cadono nel vuoto, e sentissi le paure dissolte in due respiri nell’aria tersa dei desideri. Il primo respiro, bello profondo, a pieni polmoni e occhi chiusi, è per farsi coraggio, fin quasi a inarcarsi leggermente all’indietro come per accogliere l’abbraccio avvolgente delle spazzole in una cabina spalma-crema, e il secondo diventa un sospiro di sollievo, quando a contatto con i nostri desideri tutto torna finalmente a farsi limpido. Sollevo lo sguardo a cercare l’orizzonte e laggiù scorgo un ponte molto più grande, che forse è proprio quello che cercavo e che ho trovato senza nemmeno controllare i nomi scritti sui cartelli. Mi chiedo se raggiungerlo a piedi o a nuoto, ma la domanda dura un istante e io sono già in acqua. Faccio finta di essere un barchino che segue e asseconda la forma della città e mi fermo ai gradini di un attracco. Scalo la pietra come se fosse roccia, del resto sono in montagna. È una montagna piena di Venezia. Arrivo ai piedi del ponte da cui avrei voluto tuffarmi come un tempo di sicuro facevano i ragazzini di Venezia, per avere davvero tredici anni e provare lo stesso brivido, ma c’è scritto che è vietato.
Salgo lo stesso per ammirare il panorama, da una parte e dall’altra, e mi faccio ombra con le dita. Poi scendo dal ponte e mi lascio cadere nel canale verdognolo come mi lascerei cadere in uno specchio d’acqua puro in cui cercare sollievo, e allargo le braccia come ad accogliere il silenzio di un sentiero impervio. Mi lascio cadere nell’acqua qua dove Venezia è alta montagna e una vetrata aperta su tanti universi, dove ci si sente addosso la forza di sovvertire qualunque destino, perché una città così, costruita sull’acqua come un’enorme palafitta, una città come un mondo sospeso che non pensa al futuro e vive da secoli, ci ricorda che tutto è possibile e che non esistono imprese disperate quando a guidarci sono i nostri ideali, che abbiamo un testimone da consegnare e che non possiamo fallire. E anche quando abbiamo la sensazione che le idee ci cadano nella testa come passeggeri capitati per caso su un treno, che siano labili come un continuo sbriciolarsi d’intenti, sappiamo che in realtà sono il punto di contatto e di attrito tra noi e il mondo, una scintilla capace di accendere un fuoco d’artificio che ci attraversa e ci sostiene come un tappeto volante appoggiato sul mare.»
LA VERTIGINE DEL CASO/Vertigini e stravedimenti
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LA VERTIGINE DEL CASO è un progetto letterario composto da diversi movimenti. Il primo movimento è costituito da “L’eleganza matta” e da “Vertigini e stravedimenti”. È disponibile in edizione cartacea, mentre i due racconti sono disponibili separatamente in ebook sui principali store online.
“Questo nostro mondominio” è il lato A del secondo movimento ed è a sua volta disponibile in ebook.

La vertigine del caso • Primo movimento (edizione cartacea): www.amazon.it/dp/8892598767 (A Milano il libro è disponibile alle librerie Covo della Ladra e La Scatola Lilla)
L’eleganza matta (ebook): https://www.amazon.it/Leleganza-matta-Vanessa-Chizzini-ebook/dp/B07BDMSTVR (e sui principali store online)
Vertigini e stravedimenti (ebook): https://www.amazon.it/Vertigini-stravedimenti-Vanessa-Chizzini-ebook/dp/B07BDN2D4X (e sui principali store online)
Questo nostro mondominio (ebook): https://www.amazon.it/Questo-nostro-mondominio-Vanessa-Chizzini-ebook/dp/B07BDMLZ55 (e sui principali store online)
https://vanessachizzini.blogspot.it/
https://www.amazon.it/Vanessa-Chizzini/e/B071FZ2JJP
Il valzer dello Stravedimento: https://www.youtube.com/watch?v=-rOYU43_FNA

venerdì 16 marzo 2018

Le signore Adriana del mondo (3)

Quella nella foto non è la signora Adriana ma Agnès Varda, però la classe è la stessa e non è acqua.


«“Ha visto?” le ho detto un giorno in ospedale quando lei, convalescente dall’operazione al femore, si lamentava della ricrescita e cercava di convincere me e Sam a spruzzarle un po’ della sua tintura spray. “Sono anni che voglio farmi una ciocca arancione, o blu, oppure verde e adesso va a finire che lei si fa il ciuffo bianco, alla Crudelia De Mon, e io niente.” Ne è seguita una farneticazione tra lei e Sam su moda, eleganza, eccentricità, alla fine della quale la signora Adriana ha annunciato l’intenzione di lasciarsi crescere i capelli senza più tingerli fino a quando la parte bianca non fosse diventata lunga come quella nera. Intenzione a cui ha tenuto fede, anche se per adesso il bianco ha conquistato solo qualche centimetro. A casa li tiene sciolti e, come afferma lei stessa, sembra una fattucchiera. Per uscire si fa la solita crocchia, un cerchio nero che si appoggia su una distesa bianconera. Oggi tra l’altro indossa una gonna Principe di Galles e un twin set grigio perla che sono perfettamente intonati con i capelli e le conferiscono un’aria estremamente raffinata. Con un piccolo tocco di eleganza matta.»
La vertigine del caso/Questo nostro mondominio
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LA VERTIGINE DEL CASO è un progetto letterario composto da diversi movimenti. Il primo movimento è costituito da “L’eleganza matta” e da “Vertigini e stravedimenti”. È disponibile in edizione cartacea, mentre i due racconti sono disponibili separatamente in ebook sui principali store online.
“Questo nostro mondominio” è il lato A del secondo movimento ed è a sua volta disponibile in ebook.

La vertigine del caso • Primo movimento (edizione cartacea): www.amazon.it/dp/8892598767
L’eleganza matta (ebook): www.amazon.it/dp/B00DJFZ58U (e sui principali store online)
Vertigini e stravedimenti (ebook): www.amazon.it/dp/B00PTX5QY8 (e sui principali store online)
Questo nostro mondominio (ebook): www.amazon.it/dp/B071YT647L (e sui principali store online)
https://vanessachizzini.blogspot.it
Stravedimento: https://www.youtube.com/watch?v=BMhR_0Erdn4
Il valzer dello Stravedimento: https://www.youtube.com/watch?v=-rOYU43_FNA

martedì 6 febbraio 2018

La vertigine del caso su Leggo Quando Voglio

«Le idee di Chizzini sono tante, originali, divertenti e molto piacevoli da leggere.» Samantha di Leggo Quando Voglio parla de “La vertigine del caso” sottolineando lo stile «scorrevole, divertente ma, soprattutto, mai banale», la scelta di raccontare in prima persona che «dona un senso di realismo maggiore» e l'introspezione della voce narrante che «è sicuramente ciò che incuriosisce di più all'interno del libro», le ambientazioni e l'atmosfera («Mic dà grande importanza ai luoghi che visita; ne percepisce le sensazioni, li vive in maniera profonda, non soffermandosi puramente al loro aspetto esteriore e, perciò, anche noi riusciamo a percepirli, a sentirci come se fossimo lì») e chiude dicendo: «Consiglio questo libro a tutti e, personalmente, non vedo l'ora di leggere anche il secondo movimento!».
La scheda di Leggo Quando Voglio è dettagliata, divisa in Trama in breve, Incipit, Recensione, Citazioni, Sinossi ufficiale. Qui di seguito trovate la recensione, i materiali completi invece al link http://www.leggoquandovoglio.it/libro/5a6b38df379858b002a0e64e.


La Vertigine del Caso - Primo Movimento

Voto: 8
Prima edizione: 2016
Numero di pagine: 313
Editore: Self-Publishing
Consigliato: Si

La mancanza di consuetudine fa risaltare certe cose. L'ineleganza, per esempio.
La vertigine del caso - Primo Movimento di Vanessa Chizzini dimostra, ancora una volta, come lo stereotipo del libro autopubblicato inferiore per qualità a quelli editi da una Casa Editrice sia totalmente errato.
Come ho già ribadito, se ci sono professionalità e cura si ottengono ottimi risultati indifferentemente dal metodo di pubblicazione utilizzato e, questo volume, ne è la dimostrazione evidente. Lo possiedo in edizione cartacea e mi piace davvero molto, il font, la grandezza del carattere, la spaziatura ai lati: tutto perfetto. Personalmente non ho trovato alcun refuso mentre, solitamente, trovo almeno un errorino o due a libro, questo non è frutto del caso ma di un'attenzione ben precisa avuta dall'autrice sulla sua opera.
Se siete, perciò, tra coloro che guardano con sospetto il Self-Publishing vi invito a dare una possibilità a questo libro: non solo non ve ne pentirete, ma cambierete drasticamente idea sulla categoria in generale; mai giudicare prima di conoscere!
Detto questo inizio con la recensione vera e propria!
La vertigine del caso - Primo Movimento è il primo libro dell'autrice Vanessa Chizzini che leggo e, sin dall'inizio della lettura, si è distinto per la sua qualità. L'autrice non appare come un'emergente ma come una scrittrice già affermata perché la sua narrazione non ha in alcun momento i tentennamenti tipici dell'inesperienza.
Il volume si divide in due parti: L'eleganza matta e Vertigini e stravedimenti. Si tratta, perciò, di quella che potremmo definire una raccolta composta da due soli racconti, lunghi abbastanza da poter esseri considerati romanzi brevi.
Per quanto l'autrice delle due opere sia la stessa e anche il filone seguito sia il medesimo (stessi personaggi e la seconda storia è temporalmente ambientata l'anno successivo alla prima) ho notato diverse differenze tra le due letture, per questo motivo oltre che a parlarvi in generale degli elementi che, solitamente, prendo in considerazione nelle mie recensioni, vi specificherò anche le divergenze che ho avvertito esistere tra le due opere. Queste potrebbero essere interessanti per voi perché questi due racconti sono disponibili anche singolarmente in formato ebook. Alla fine della recensione vi metterò tutti i link di Amazon che potrebbero interessarvi!
Come sempre, prediligo partire da ciò che più mi ha colpito del libro e, come spesso accade quando apprezzo un'opera di un nuovo scrittore (o autrice, in questo caso) l'elemento prescelto è lo stile. Come ho già anticipato poco più sopra, la penna di questa scrittrice è molto convincente; non ho notato alcun passaggio stonato che potesse denotare un'insicurezza. Il linguaggio è un buon connubio tra uno stile elegante e maggiormente ricercato e il normale parlare della vita quotidiana di tutti noi. È scorrevole, divertente ma, soprattutto, mai banale. Lascia riflettere su molti concetti senza adoperare quelle che, ormai sapete, io chiamo frasi acchiappa-lettore. Chizzini non dà mai l'impressione di aver inserito un qualche concetto a bella posta, tutto scorre come se stessimo leggendo qualcosa di reale ma profondo, un'immagine fugace che ci permette di ampliare i nostri pensieri verso concetti che prima non avevamo soppesato. In poche parole, Vanessa Chizzini scrive molto bene, colpisce senza abusare della sua buona dialettica che, se fosse stata calcata di più, avrebbe potuto dare una sensazione di minore realismo e maggiore esercizio di stile (che io, comunque, amo immensamente), ho apprezzato molto il suo modo di scrivere e credo che sia adatto ad ogni genere di lettore. 
Come nella vita c'è l'eleganza matta dei colpi di testa, e un'eleganza non codificata di compassi che tracciano di compassi che tracciano ellissi schiacciate e di violoncelli che s'impennano in stridii dissonanti.
L'autrice non si fa sentire personalmente all'interno del libro; il suo ruolo nella narrazione dà l'impressione di combaciare con il punto di vista della protagonista, questo perché non ci sono interventi esterni che ampliano quanto ci viene raccontato e, soprattutto, perché la vicenda ci viene narrata in prima persona. Questa scelta, che solitamente non amo, è particolarmente adatta ai racconti de La vertigine del caso e dona un senso di realismo maggiore, anziché limitare la nostra capacità di conoscere e comprendere gli scenari delineati. La scelta narrativa è, in questo caso, un valore aggiunto del libro.
La protagonista, Mic, è una donna intelligente, introspettiva e profonda. Impariamo ad entrare immediatamente nella sua mentalità; sin da subito riusciamo ad inquadrarla e ad apprezzarla. Più che a raccontare ciò che succede Mic si sofferma sulle sensazioni provate all'interno della scena. Come se quanto ci viene raccontato non fosse semplicemente una storia ma fosse lei in prima persona (come effettivamente accade) a scegliere cosa mostrarci, per farci capire qualcosa di ben più ampio, che va al di là di ciò che succede nella pratica.
La sua introspezione è sicuramente ciò che incuriosisce di più all'interno del libro; è una donna ironica e autoironica, seppur inconsapevolmente, che volge la sua attenzione sul conoscere nel modo più completo possibile il mondo che la circonda; così sente di poter capire anche la sua interiorità.
Mic non si rivolge a noi, non sa della nostra presenza, e proprio per questo si lascia andare, pensando tutto ciò che le viene in mente senza imporsi filtri o limitazioni.
Qualcosa non quadra.
Sembra la metafora della mia vita.
Forse questa famiglia è la metafora che mi serve per decifrare ogni cosa.
[...]
Se risolvo questo mistero avrò in pugno la mia vita.

L'introspezione dei personaggi, invece, l'ho apprezzata in maniera differente all'interno delle due storie. Entrambe sono focalizzate sulla figura di Mic ma, mentre la prima indugia anche su altri personaggi (l'amico di Mic, Sam e i vicini di ombrellone) nella seconda, seppure vi siano altri due personaggi presenti anche nel racconto precedente, l'introspezione della protagonista diventa l'unica davvero evidente. Probabilmente nella prima storia questo elemento è stato maggiorente esteso perché si trattava di un'introduzione dei personaggi, ma questo aspetto mi è in parte mancato in Vertigini e stravedimenti.
Quando Sam ride mi è difficile restare indifferente. Come se nella risata di quel preciso momento ci fosse memoria di tutte le nostre risate passate.
A Sam succede lo stesso quando rido io. Le nostre risate stratificate nel tempo sono contagiose.

Entrambe le parti sono, perciò, introspettive anche se in misura differente. Nel primo racconto la protagonista mi ha dato l'impressione di aprirsi di più alle persone, forse proprio perché l'esperienza che sta vivendo è stata programmata da un'altra persona e, per quanto rispetti sempre i suoi principi e le sue priorità, sembra sforzarsi maggiormente (riuscendoci) di provare qualcosa di inedito. Questo si esplicita in piccole cose, come ad esempio una chiacchiera in più in fila per le cabine spalma-crema, nulla che la snaturi, insomma, ma che semplicemente la renda più aperta al mondo esterno. Nel secondo, invece, Mic vive un'esperienza scelta da lei e questo si estrinseca in una quasi chiusura agli input esterni, perlomeno a quelli derivanti dalle persone, i suoi compagni di viaggio la fanno a tratti uscire dal bozzolo che i suoi pensieri le hanno creato attorno ma lei emerge per poco tempo, per poi tuffarcisi nuovamente e nascondersi ancora più in profondità. Per questi motivi il mio ritmo di lettura è stata molto diverso; ho divorato L'eleganza matta e sono, invece, andata cauta con Vertigini e stravedimenti. Per quanto la protagonista si apra inconsapevolmente a noi, sono riuscita ad entrare meno nel suo mondo interiore e, perciò, mi sono fatta avanti con la lettura in maniera più guardinga.
Uno degli aspetti che ho maggiormente apprezzato, è stata l'ambientazione. Cambia completamente nelle due storie, spiaggia per la prima e Venezia per la seconda ma, in entrambi i casi, è veramente semplice vedere tutto ciò che circonda la protagonista. Mic dà grande importanza ai luoghi che visita; ne percepisce le sensazioni, li vive in maniera profonda, non soffermandosi puramente al loro aspetto esteriore e, perciò, anche noi riusciamo a percepirli, a sentirci come se fossimo lì con lei.
Ho nuotato nella bellezza, nel mio silenzio adorato di bolle e contrabbasso, nell'acqua che si frange e si spande concentrica inghiottendo ogni cosa e avvolgendomi nella sua solitudine opaca, dove ogni incontro è un fuggevole saluto di corpi che stanno andando altrove.
Questo elemento ha anche grandemente influito sulla mia capacità di percepire l'atmosfera: Chizzini non ha avuto bisogno di raccontarmi gli stati d'animo di Mic, li capivo anche solo leggendo le sue descrizioni di ciò che vedeva e notava. 
Com'è possibile rendersi conto che l'ingiustizia è virale?
Che l'ingiustizia nei confronti di uno è già in sé ingiustizia nei confronti di un altro, e domani lo diventa davvero? Un diritto mancante o un diritto perso sono la prova che altri diritti possono essere calpestati, che gli esseri umani non sono tanto risoluti e attenti da combattere per ciò che manca e da vigilare su quello che si è ottenuto.

Entrambi gli incipit sono accattivanti. Partono con l'immagine di ciò che viene visto da Mic e, in entrambi i casi, ciò che ci viene descritto è suggestivo: da una parte troviamo la novità delle cabine spalma-crema e, dall'altra, un antico treno, e ci chiediamo come e in che modo possa essere stato visto dalla nostra protagonista.
Entrambe le trame sono molto piacevoli da leggere, l'autrice è riuscita a dimostrare che, oltre al talento e alla professionalità (che traspaiono dallo stile, ma anche dagli altri elementi del libro) è anche dotata di un'incredibile immaginazione. Ciò che incontriamo all'interno di queste storie, infatti, non solo non è banale ma è suo, è riuscita ad inventare cose che realmente potrebbero esistere ma che, effettivamente, non sono mai state create. Pensate che le cabine spalma-crema che troviamo nel primo racconto sono persino diventate un brevetto! Lasciatemelo dire, io sono stata totalmente conquistata dall'idea, ammetto che le proverei più che volentieri!
Da questa stravagante (ma credibile) trovata nasce quella della storia successiva: una rappresentazione artistica che vede le cabine spalma-crema come una metafora.. non aggiungo altro per non darvi anticipazioni ma potrete scoprire di più leggendolo.
Le idee di Chizzini sono tante, originali, divertenti e molto piacevoli da leggere.
Sarà che la nascita delle idee è una delle cose che mi appassiona di più.
Le idee cambiano continuamente il mondo e la percezione che abbiamo di noi.
Un'idea ha cambiato faccia a questa spiaggia. Entrando nello stabilimento, sulla destra adesso ci sono tre cabine spalma-crema.

Trattandosi di racconti introspettivi e non particolarmente legati alla dinamicità (per quanto quest'ultimo aspetto sia presente, anche se non in maniera preponderante) non troviamo uno svolgimento che mira a sbalordirci; l'autrice continua sulla linea già tratteggiatoci, rimanendo coerente con quanto ci aspettiamo dall'incipit della storia. Non è perciò un libro da scegliere per i colpi di scena eclatanti bensì per il significato di quanto viene raccontato.
Pensare non è altro che prepararsi. Disegnare una mappa, stabilire un percorso, e un piano di riserva nel caso in cui le cose dovessero andare storte. O salvarsi con la fantasia, immaginando uno scenario che ci corrisponda più di quello reale e magari provando, giorno dopo giorno, a mettere in atto le nostre rivoluzioni, grandi e piccole. Sempre con la convinzione che siano belle, ancora con la speranza che possano essere non violente.
I due finali mi sono piaciuti in maniera differente. Il primo l'ho trovato maggiormente conclusivo; il cerchio si è chiuso e così il racconto. L'ho apprezzato proprio perché mi ha dato una sensazione di compiutezza che riesco a provare difficilmente perché come sapete, amo la prolissità. Qui, invece, Chizzini dimostra ancora una volta la sua efficacia: le parole giuste al momento giusto.
Il secondo è maggiormente poetico, più interessante dal punto di vista emotivo che da quello della storia, considerata meramente come ciò che accade. Mi ha dato la sensazione di essere stato concluso troppo velocemente, ma non metto in dubbio che per altri non sarà così.
In conclusione, questa scrittrice merita davvero molto, già con il suo stile di scrittura mi avrebbe convinta a rilleggere qualcos'altro di suo ma, con l'originalità della trama, le stupende ambientazioni e le capacità osservative della protagonista mi ha, definitivamente, avvinta.
Consiglio questo libro a tutti e, personalmente, non vedo l'ora di leggere anche il secondo movimento!
Dove andranno Sam e Mic la prossima volta?

sabato 6 gennaio 2018

Giravolte nell’arte

Le cabine spalma-crema sono uno stato mentale, un approccio esistenziale. Del resto, si sa, la letteratura è una giravolta inaspettata in un ballo, un brivido lungo la schiena, un leggero giramento di testa, luci che tremolano, colori che sfumano l’uno nell’altro, una mano salda che ti tiene mentre fai un passo e torni a girare, al ritmo di una musica che risuona solo nella tua testa.
Buon 2018 di giravolte nell’arte.


Se volete saperne di più sulle cabine spalma-crema, troverete tutto tra le pagine de La vertigine del caso, che è un progetto letterario in fieri composto da diversi movimenti. Il primo movimento è a sua volta costituito da L’eleganza matta e da Vertigini e stravedimenti. Questo nostro mondominio è il lato A del secondo movimento.
Le cabine compaiono in tutti questi tasselli, sotto diverse forme...

La vertigine del caso • Primo movimento (edizione cartacea): www.amazon.it/dp/8892598767
L’eleganza matta (ebook): www.amazon.it/dp/B00DJFZ58U (e sui principali store online)
Vertigini e stravedimenti (ebook): www.amazon.it/dp/B00PTX5QY8 (e sui principali store online)
Questo nostro mondominio (ebook): www.amazon.it/dp/B071YT647L (e sui principali store online)

L’illustrazione che ritrae la cabina spalma-crema è opera di Guendalina Ravazzoni.