I teatranti, parlando di quanto avviene in sala prove, fanno
spesso ricorso al concetto di laboratorio e artigianato. Per loro l’arte si
identifica con una bottega in cui apprendere un sapere e mettere in pratica
quanto si è imparato procedendo al contempo a nuove acquisizioni e scoperte.
Mi piace lavorare in luoghi riparati. Anche se io ho a che
fare con le parole e alle parole posso continuare a pensare ovunque, riesco a
concentrarmi davvero solo in luoghi riparati. Nel silenzio, senza sguardi
addosso, procedendo lentamente, con tempi lunghi. La mia bottega è un posto
chiuso e solitario, con un computer, una stampante, il suono di un pianoforte o
di un violoncello in sottofondo, pieno di appunti disordinati (molti annotati a
mano su fogli volanti) e carte di cioccolatini.
Questo blog è una finestrella affacciata sulla mia bottega.
Avendo io scelto la strada del self-publishing, l’ho pensato in primis come il
posto dove qualcuno che si imbatte nei miei testi o nel mio nome può trovare
qualche notizia su di me. La finestrella diventa così una vetrina, non più
grande di un oblò e per giunta un po’ opaca, per mostrare cosa e come scrivo,
per svelare lo stato dei lavori in corso e le ispirazioni, per condividere
libri, film, spettacoli, canzoni, notizie, e soprattutto per raccontare il
progetto letterario che sto portando avanti e di cui L’eleganza matta è il primo tassello o, per essere più precisi, il
“Primo movimento, lato A”.
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